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La Cozza e l’Ostrica di Olbia

La mitilicoltura e l’ostricoltura sono allevamenti in “Acquacoltura estensiva”, forma di acquacoltura interamente basata sull’uso delle risorse naturali.
L’allevamento della cozza e dell’ostrica avviene sin dal 1920 in tre macro aree del Golfo di Olbia: Cala saccaia, Seno Cocciani, Sa Marinedda.
La mitilicoltura, in particolare, è considerata tra quelle di lunga tradizione italiana, dopo quelle di Taranto, La Spezia e Trieste. Lo dimostra numerosa bibliografia, tra cui citiamo:
– “L’industria mitilicola a Olbia (Sardegna) – Inchiesta geografico-economica” di Benito Spano (1952), che ha segnalato “l’importanza di uno tra i migliori allevamenti, quello del Golfo di Olbia”.
– “Memorie di Geografia Economica” di Alberto Mori e Benito Spano su “I porti della Sardegna” (1952), da cui citiamo, relativamente al porto di Olbia, che “ venivano imbarcate merci di varia natura tra cui prodotti ittici vari (soprattutto mitili), con destinazione prevalente Roma e Napoli”.

L’ostricoltura, seppur avviata anch’essa negli anni ’20 del secolo scorso, ha avuto uno sviluppo a singhiozzo e solo da un decennio ha ripreso la sua piena operatività.
L’allevamento avviene in sospensione: i pergolati (grappoli) di cozze e le lanterne con le ostriche sono appesi verticalmente ad una serie di filari, distanti tra loro circa 8 mt., costituiti da doppie funi ancorate al fondo e sorrette da boe galleggianti; la distanza tra le boe è di circa 5 metri e viene detta “ventia”.


La Venericoltura

Mentre la pesca/raccolta da banchi naturali, come accennato, ha una lunghissima tradizione storica, la coltivazione/allevamento dei molluschi delle svariate specie di molluschi bivalvi della famiglia dei Veneridi, a livello nazionale, è una attività molto recente (iniziata nel 1983 circa) e non ancora pienamente standardizzata nelle varie realtà produttive. Questa attività è fortemente legata all’ambiente dove viene svolta, in relazione alle particolari caratteristiche chimico-fisiche sedimentologiche.

Anche nel Golfo di Olbia, da oltre un secolo è attiva la raccolta da banchi naturali soprattutto di due specie: la Tapes decussatus o Arsella/Vongola verace e la Venus Verrucosa o Tartufo di mare.
Oggi il Consorzio dispone di circa 50 ettari adibiti alla produzione di tali specie, mediante ripopolamento con esemplari giovani, selezione durante la raccolta che favorisca la riproduzione naturale.
Entrambe le specie prediligono i fondali sabbiosi, fangosi e ricchi di detriti, nei quali si infossano respirando attraverso appositi “sifoni” e, semplicemente filtrando il “fitoplancton”, si procurano il cibo di cui si nutre. Sono animali gregari che amano vivere in colonia. Generalmente si riproducono tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, ma vengono raccolti in qualsiasi momento dell’anno mediante “rastrelli o rampini”e a mano.


Produzione di altri molluschi

Nel Golfo di Olbia, da oltre un secolo è attiva anche la produzione di altre specie marine, in particolare di:

  • Murex brandaris o Murice/Boccone di mare, è un mollusco gasteropode appartenente alla famiglia dei Muricidae.
  • Solen marginatus, o cannolicchio/cappalunga, è un mollusco bivalve della famiglia Solenidae.
  • Paracentrotus lividus o riccio di mare della famiglia Parechinidae

Tutte le aree consortili consentono la produzione delle tre specie citate, seppur in quantità diverse determinate dalla tipologia di fondale, dalla dislocazione e/o da altri fattori naturali.

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